Tessere non significa soltanto predestinare (sul piano antropologico) e riunire insieme realtà diverse (sul piano cosmico), ma anche creare, esprimere la propria sostanza, come fa il ragno che produce la tela da se stesso. (Eliade)
Denni Roberta, classe 1968. Dopo aver compiuto studi in psicologia e dedicato anni all’enogastronomia in generale e all’assaggio in particolare, decide di darsi unicamente alla sua passione segreta: la tessitura. La tessitura artigianale su telaio manuale a quattro licci diviene la sua attività principale nel 2018, con l’arrivo di un bellissimo antico telaio piemontese, alla fine di un percorso di formazione presso la scuola di arti ornamentali san Giacomo di Roma e all’approfondimento continuo e costante di diverse tecniche presso un Maestro di tessitura filatura e tintura in Sardegna che la apre alla bellezza della tradizione e delle fibre naturali.

Com’è nata la sua azienda?
Dopo anni dedicati alla ristorazione, alla selezione e promozione di prodotti enogastronomici artigianali e di qualità ho deciso di fare del mio “saper fare” in tessitura la mia attività professionale. Mi ero già trasferita da Roma al lago di Bracciano e la mia vita stava pian piano cambiando. Avevo bisogno di rallentare e il contatto costante con artigiani e piccoli produttori mi ha fatto capire che anch’io per anni avevo coltivato un “saper fare” che si è poi strutturato grazie allo studio della tessitura presso la Scuola di Arti Ornamentali di Roma. Vengo da una famiglia di sarte e ricamatrici (mia madre è stata sarta di haute couture dei più importanti stilisti italiani). Quello che poi ho scoperto essere “la regola d’arte” per me era una precisa espressione del volto soddisfatto di mia madre.
Quando ha capito che questa era la sua strada professionale?
Probabilmente l’arrivo di un antico telaio piemontese è stato il segno che era arrivato il momento di dare più spazio alla Tessitura che fino a quel momento era stata una pratica coltivata un po’in segreto.
Il mio motto è “curiosità curiosità curiosità!” perché so che ciò che mi muove nelle mie azioni è una curiosità viscerale
Da subito inizia una personale ricerca nella relazione tra tradizione e contemporaneità che si concretizza nei suoi tessuti che hanno come filo conduttore quel rigore necessario alla costruzione di un tessuto all’interno del quale la creatività si muove nello spazio di un quasi invisibile intreccio.
Cosa significa per lei il suo “Saper Fare”, la sua Maestria?
Ho studiato e tuttora studio molto tutto ciò che riguarda la tessitura e dintorni (filatura, tintura, finissaggio), al momento sono tornata a scuola dove studio arazzeria e sono in formazione permanente presso un Maestro di tessitura in Sardegna. Per me il mio “saper fare” è pratica e ricerca che avanzano costantemente di pari passo, sono inscindibili. La creazione di un tessuto è una possibilità di conoscenza non solo della pratica e della materia ma anche di me e delle sensazioni che vengono dal corpo (soprattutto tattili). La mia tesi di laurea in psicologia clinica è stata una ricerca sull’ incorporazione del gesto del tessimento nell’apprendimento della tessitura: anche questo è Maestria.

Per comprendere le fibre ho ripercorso tutte le fasi della loro creazione partendo dalla tosatura delle pecore e dalla semina del cotone, imparando a filare a fuso e a filarello, sperimentando la tintura a freddo e a caldo
Cosa si prova a creare oggetti così belli partendo dal nulla?
Io provo una gioia immensa ma anche molto intima perché raccoglie e mette in armonia tutte le dimensioni che sono emerse per creare quell’oggetto. L’oggetto diventa quasi una traccia materiale di emozioni sensazioni sentimenti pensieri e conoscenza senza parole: questa bellezza è ciò che rende l’oggetto unico e irripetibile.

All’interno della sua ricerca prende sempre più spazio la relazione tra saper-fare del gesto-memoria (individuale e collettiva) e materia: è proprio in questa che coglie la qualità emotiva, artistica e nobile del suo lavoro.
Per approfondire questa ricerca inserisce anche l’ambiente come elemento costitutivo del tessere; questo la spinge a tessere in luoghi anacronisti per la tessitura tradizionale ma fortemente epifanici per l’esperienza ad essa legata (piazze, montagne, spiagge, chiese e campi).
È convinta che la sensibilità affinata per una vita attraverso lo studio del violino e del pianoforte, della psicologia, dell’assaggio e della ricerca enogastronomica e la manualità sperimentata in innumerevoli tentativi alla ricerca della “sua arte”, trovi nella tessitura la sua massima espressione.
Cos’è per lei il “lusso” Artigiano?
Lusso è una parola di origine latina vuol dire sovrabbondanza e eccesso nel mondo di vivere. Ma tra i significati diversi c’è anche “onorare” quindi riconoscere un alto valore anche economico a un oggetto raffinato non solo per la sua bellezza ma per il suo valore intrinseco. È questa l accezione che preferisco.
Attualmente vive tra Roma e il lago di Bracciano dove si trova la sua casa-atelier con un telaio con vista lago e un altro di fronte al camino, per ribadire ad ogni passaggio di trama che la bellezza nasce dalla bellezza…ma va cercata…