All’Alba della civiltà marittima di Venezia, c’è stato qualcuno che si è pensato di realizzare dei remi per le barche, senza le quali non si sarebbe potuto vivere in un ambiente ostile come la Laguna: dei Proto artigiani che 800 anni fa si sono poi riuniti facendo nascere una delle Corporazioni di mestiere più importanti.
Saverio Pastor è uno dei pochi Maestri Rèmeri di Venezia, ambasciatore di un Saper Fare autentico, unico e indivisibile dalla città che lo ospita. Allievo di Giuseppe Carli, il re delle fórcole, e Gino Fossetta, il mago dei remi, oggi è ambasciatore e testimone di questa cultura antica: oltre a lavorare nel suo laboratorio presso San Gregorio, vicino alla Chiesa della Salute, viene invitato ad eventi culturali internazionali quali mostre, incontri e dimostrazioni. Tra i suoi clienti, oltre ai gondolieri, ci sono architetti del calibro di Ieoh Ming Pei e Frank O. Gehry.

Com’è nata la sua azienda?
Dopo 4 anni di apprendistato nella “bottega” del mio maestro, ho dovuto iniziare in proprio, prima con un collega e poi, da 20 anni, da solo.
Quando ha capito che questa era la sua strada professionale?
A 17 anni entrando nella bottega del mio Maestro: un antro che riportava all’antico saper fare.
Cosa significa per lei il suo “Saper Fare”, la sua Maestria?
Trasformare il legno grezzo in oggetti d’uso, utili e armonici.

Una delle attività artigianali necessarie alla vita di Venezia fin dalle sue origini è quella del remèr: i costruttori di remi sono sempre stati indispensabili alla quotidianità di una città nata in mezzo all’acqua. Ben presto i remèri si sono riuniti in corporazione ufficialmente riconosciuta nel 1307.
Cosa si prova a creare oggetti così belli partendo dal nulla?
La soddisfazione per quanto realizzato e l’insoddisfazione che spinge a ricominciare a farlo ancora meglio.
Lavoriamo anche per tenere vive le tradizioni che abbiamo ereditato dai nostri maestri aggiornandole alle richieste dell’oggi per migliorare i nostri prodotti. Resta innanzi tutto il principio dell’unicità dei pezzi che facciamo: non lavoriamo in serie ed ogni nostro oggetto è fatto pensando al cliente a cui è destinato.
Cos’è per lei il “lusso” Artigiano?
Non amo il lusso perchè preclude il suo godimento e invece penso che l’oggetto artigiano vada apprezzato da una sensibilità generalizzata, che però va educata.
Alcune opere sono ospitate in ristoranti ed appartamenti in tutto il mondo. Dal 2002 è presidente dell’Associazione El Felze, da lui fondata, che raggruppa tutti gli artigiani coinvolti nella costruzione della gondola e dei suoi arredi, oltre agli elementi del vestiario del gondoliere (www.elfalze.it). Ha inoltre curato il libro “Fórcole” (ed. Mare di carta, 1999): un’antologia di scritti e fotografie sulle fórcole e sulla loro costruzione oltre che sul valore simbolico che hanno acquisito negli ultimi anni.